mercoledì 9 novembre 2011

Dieta metabolica


Ultima novità in fatto di diete è la famosa “dieta metabolica”, una dieta che prevede una drastica riduzione del consumo di carboidrati (30 grammi nella fase di prova). Tuttavia esistono diverse perplessità sul regime alimentare dettato da questa dieta, perplessità espresse da alcuni esperti del settore che affermano quanto segue.

L’eccessiva riduzione di carboidrati provoca una riduzione pericolosa di glucosio, essenziale al funzionamento del sistema nervoso centrale e degli eritrociti, che utilizzano esclusivamente glucosio per il loro metabolismo energetico.
Inoltre, in condizioni particolari di estrema carenza di glucosio (digiuno prolungato), il corpo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere. Questo è un meccanismo disperato, efficace nel sostenimento delle funzioni vitali, ma non certo privo di effetti collaterali (stanchezza cronica, nausea, vomito, cefalee, coma).

Ed ancora, a parità di ossigeno consumato i carboidrati hanno un rendimento energetico superiore ai grassi. Ne consegue che con un simile approccio dietetico la prestazione sportiva nelle discipline di endurance verrebbe seriamente compromessa. Se non ci credete provate a chiederlo ad un maratoneta che, in procinto di superare il "muro" dei 32 km, incorre nella famosa "crisi".

E poi, la scarsità di fibre imposta dalla dieta metabolica. Frutta e verdura, infatti, contengono un certo quantitativo di carboidrati e viene pertanto consigliato di non eccedere con il loro consumo. Un vero peccato visto che la fibra potrebbe ridurre i danni provocati dall'eccesso di grassi e colesterolo!

Quindi, la dieta metabolica permette di alzare il quantitativo di carboidrati durante la fase di adattamento iniziale. Ma come fa un soggetto a capire se i sintomi che avverte sono sopportabili o sconfinano nell'"anormalità"? Da qui nasce il rischio che una persona dotata di poca forza di volontà innalzi la quota di carboidrati ai primi segni di stanchezza, vanificando i presupposti metabolici della dieta.

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